Il Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, il 23 giugno scorso ha tenuto alla Camera dei deputati la Relazione annuale dell’attività dell’Autorità Anticorruzione al Parlamento.
Tra i principali temi affrontati si segnalano:
- la lotta alla corruzione;
- la necessità di porre dei limiti al recente abuso dell’istituto dell’affidamento diretto;
- la necessità di maggiore semplificazione e trasparenza nella Pubblica amministrazione;
- la richiesta di efficienza negli acquisti pubblici in Italia riducendo e qualificando le stazioni appaltanti.
LIMITAZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIRETTI E RITORNO ALLA GARA APERTA
Busia ha dichiarato: “La trasparenza non rallenta gli appalti, ma evita che si creino aree di opacità che penalizzano le imprese sane e riducono la concorrenza. La legge delega per il nuovo Codice degli Appalti dovrà traghettare verso un quadro normativo chiarificato, in cui si auspica che siano abbandonati taluni eccessi dettati dalle finalità della normativa emergenziale, dando nuovo impulso alla concorrenza e alla migliore gestione e spesa del denaro pubblico”.
Ciò trova riscontro nei dati, considerato che quale effetto dei decreti “Semplificazione” nel 2021 si è registrato un notevole aumento di affidamenti diretti: le procedure aperte indette nel 2021 sono state circa il 18,5% delle procedure totali mentre nel 37,1% e nel 37,6% dei casi (per un totale di 74,7%) le stazioni appaltanti sono ricorse rispettivamente a procedure negoziate senza pubblicazione del bando e all’affidamento diretto.
Pertanto Busia ha concluso che “Occorre tornare alla gara aperta, al libero mercato, alla scelta dei migliori attraverso la gara, e non con appalti decisi per via discrezionale”.
D’altronde tale posizione è perfettamente in linea con quanto contestato dalla Commissione europea all’Italia lo scorso aprile con una nuova lettera di messa in mora per la normativa sugli appalti pubblici.
Secondo la Commissione infatti: “Alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, non sono conformi alla legislazione dell’Ue in materia di appalti pubblici”. La Commissione ha poi ribadito che agisce per proteggere la concorrenza leale e promuovere un migliore rapporto qualità-prezzo per i soldi dei contribuenti.
QUALIFICAZIONE DELLE STAZIONI APPALTANTI
Secondo l’ANAC “Una maggiore efficienza e modernizzazione del sistema degli appalti in Italia resta, però, imprescindibile senza una profonda riforma e qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, che è peraltro uno degli obiettivi strategici nel Pnrr. Tra le cause di inefficienza e di sprechi di risorse pubbliche, nonché di possibile corruzione, vi è senza dubbio la scarsa professionalizzazione di chi acquista, e l’eccessiva dispersione dei soggetti acquirenti in un numero altissimo e non funzionali di stazioni acquirenti”.
A tal fine L’ANAC lo scorso aprile ha pubblicato le Linee Guida del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, individuato i criteri per la loro qualificazione, delineando aspetti di qualità, efficienza, professionalizzazione, che portino ad un accorpamento della domanda, e ad una riduzione conseguente del loro numero. Tale percorso dovrebbe arrivare a conclusione nel prossimo 2023.
Oggi in Italia esistono più di 39.000 stazioni appaltanti e centrali di committenza, con oltre 100.000 centri di spesa, dove ciascuno bandisce gare e gestisce appalti, pur senza averne le competenze economiche, informatiche e dimensioni operative di scala per spuntare prezzi favorevoli e svolgere le gare al meglio per l’interesse pubblico.
SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA
“Per combattere la corruzione, ma soprattutto per una Buona Amministrazione, servono trasparenza e semplificazione”, ha dichiarato il presidente Busia.
Per questo l’ANAC ha posto la semplificazione come una linea guida del proprio agire. Innanzitutto semplificando gli oneri di pubblicazione, a legislazione vigente, soprattutto per gli enti pubblici di minori dimensioni. L’Autorità sta lavorando poi sulla realizzazione del Portale Unico della Trasparenza, concepito come il luogo digitale, aperto al pubblico, che conterrà le informazioni essenziali sull’attività di tutte le pubbliche amministrazioni italiane, una sorta di finestra aperta non solo al controllo, ma alla partecipazione di tutti i cittadini.
Per combattere poi corruzione, spreco di denaro pubblico e infiltrazioni criminose negli appalti, sarà strategico l’utilizzo in modo innovativo delle tecnologie informatiche, con l’incrocio dei dati nella Banca Dati, che contiene oltre 60 milioni di appalti e tutte le informazioni sulle imprese appaltanti. Sono questi secondo Busia gli strumenti più efficaci nel prevenire e combattere la cattiva amministrazione: controllo digitale preventivo, monitoraggi, amministrazione trasparente.
CONCLUSIONI
Secondo l’ANAC quindi il recepimento della legge delega dovrà avvenire nel rispetto di tre linee strategiche di intervento:
- riduzione del ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate senza pubblicazione del bando e ritorno alla gara aperta;
- qualificazione e riduzione delle stazioni appaltanti;
- digitalizzazione delle procedure di gara al fine di garantire semplificazione nell’esperimento delle gare e maggiore trasparenza.
Vedremo se tali suggerimenti troveranno concreto riscontro in sede di attuazione della nuova legge delega in materia di appalti pubblici.
Dott. Giulio Delfino
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