Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dall’ANAC sono arrivati i primi chiarimenti e vincoli nell’utilizzo degli affidamenti diretti nel nuovo D.Lgs. 36/2023.
GLI AFFIDAMENTI DIRETTI NEL NUOVO CODICE
Nel nuovo Codice dei Contratti Pubblici, diversamente rispetto al D.Lgs. n. 50/16, si ritrova una parte interamente dedicata alla disciplina dei contratti al di sotto della soglia di rilevanza europea: la Parte I del Libro II.
Già a partire dal decreto Semplificazioni (Decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76) e dal decreto Semplificazioni-bis (Decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77), dettati per il periodo emergenziale o in relazione agli interventi finanziati con le risorse del PNRR, le soglie per la procedura diretta e per la procedura negoziata senza bando state innalzate, avendo il nuovo Codice dei Contratti Pubblici esteso tale disciplina indistintamente a tutti gli affidamenti pubblici: è stata confermata la soglia di 150.000 euro per l’affidamento diretto di lavori, mentre per l’affidamento diretto di servizi e forniture si passa dai 139.000 euro del decreto Semplificazioni, al limite di 140.000 euro.
IL PARERE 2145 DEL MIT
Con il parere 2145 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sollecitato sulla possibilità di effettuare più affidamenti frazionati al fine di restare sotto i 5 mila euro per poter derogare al principio di rotazione, ha ribadito che “un appalto non può essere frazionato per evitare l’applicazione delle norme del Codice, tranne nel caso in cui ragioni oggettive lo giustifichino”.
Tuttavia il MIT ricorda che anche per gli affidamenti diretti vale il rispetto dei principi di cui al Libro I, Parte I, Titolo I ed in particolare il principio di cui all’art. 2 (principio della fiducia) e di cui ai commi 4, 5 e 6 dell’art. 14.
IL PARERE 2084 DEL MIT
Con il parere 2084 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sollecitato sulla possibilità di riaffidamento diretto al precedente gestore in deroga al principio di rotazione, ha chiarito che per poter derogare alla rotazione è necessario la compresenza di tutte e tre le condizioni previste dall’articolo 49, comma 4, D.lgs. 36/2023, ovvero:
- con riferimento alla struttura del mercato;
- con riferimento all’effettiva assenza di alternative;
- l’ accurata esecuzione del precedente contratto.
ATTO DEL PRESIDENTE ANAC n. 2232/2023
L’Autorità Nazionale Anticorruzione, sollecitata sull’operato di un Comune che tra 2020 e il 2023 ha fatto un ricorso continuo all’affidamento diretto a beneficio di un’unica e medesima impresa, si è soffermata proprio sull’eccezionalità dello strumento dell’affidamento diretto, ed in particolare sull’importanza del rispetto del principio di rotazione e sul divieto di frazionamento artificioso degli appalti. L’ANAC ha ribadito che l’affidamento diretto ripetuto alla stessa impresa senza procedure ad evidenza pubblica, frazionando in maniera fittizia l’importo degli appalti, viola sia il principio di rotazione, sia le regole di tutela della concorrenza sul mercato.
CONCLUSIONI
Pertanto, sebbene siano state alzate negli ultimi anni le soglie relative agli affidamenti diretti, permangono limiti volti principalmente a tutelare alcuni dei principi fondamentali che governano il settore degli appalti pubblici quali libera concorrenza e parità di trattamento, oltreché evitare che si stabilisca la prassi patologica di un sistematico ricorso all’affidamento diretto. Tali limiti sono rinvenibili nell’applicazione del principio di rotazione e nel divieto di frazionamento.
Avv. Martina Giannetti
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